La nostra avventura per le Cinque Terre ha inizio alla stazione di La Spezia centrale dove è presente un “Cinque terre point”. Qui abbiamo acquistato la “Cinque terre card” al prezzo di € 12.00 al giorno che offre l’accesso in seconda classe ai treni regionali e regionali veloci che collegano i cinque paesi, risparmiando così sul costo complessivo degli spostamenti.
Come prima meta del nostro tour, decidiamo di visitare il paese più lontano da La Spezia ovvero Monterosso al Mare per poi fare a ritroso il tragitto e tornare in città.
Il giro turistico delle Cinque terre si può effettuare tranquillamente anche in un solo giorno, ovviamente è necessario camminare molto e non sostare per più di un’ora o due nello stesso posto.
Eravamo però già a conoscenza che a causa delle pessime condizioni climatiche, molti dei sentieri che collegano i paesi erano chiusi a cominciare dal famoso Sentiero dell’Amore.
Monterosso al Mare
Il borgo, il più grande delle Cinque terre, è diviso in due da un promontorio con un tunnel di 100 metri che separa la zona di Fegina da quella del porto vecchio.
Una delle attrazioni principali è la statua del gigante Nettuno: forse l’idea è da turisti giapponesi, ma non ci si può esimere dal fare una foto con questo incredibile sfondo. La statua in questione, anche se un po’ maltrattata oltre che dalle intemperie dalla “storia” ed in particolare dalla guerra, è alta circa quattordici metri e nonostante sia priva di alcune parti originali come la conchiglia che gli cingeva il capo e le braccia in cui stringeva il tridente, ha ancora un indiscusso fascino non solo dato dalla maestosità in sé dell’opera ma soprattutto per la location dove si colloca. E’ infatti incastonato in un promontorio roccioso che prima dei bombardamenti ospitava una villa novecentesca di cui rimane solamente la torre. Mutilazioni a parte: questo è il simbolo indiscusso di Monterosso a Mare.
Da vedere inoltre il Castello con le tre torri rotonde a strapiombo sul mare, la Torre Aurora (anch’essa sul mare) oggi destinata ad abitazione privata, e il Campanile della chiesa di San Giovanni Battista.
Vernazza
E’ il paese che meglio conserva la tradizione marinara. Il borgo infatti è caratterizzato dal porticciolo in roccia. Insolito scenario rispetto ai più comuni porti perché creato naturalmente dalla pietra e utilizzato da piccole imbarcazioni ognuna con il proprio carattere che si tratti del colore, del nome della barca o di qualche accessorio.
Nella piazzetta del porto vi sembrerà di essere in una cartolina: di fronte a voi i flutti infranti dalla banchina rocciose, le tante barchette coloratissime e alle vostre spalle palazzi dalle tinte vivaci a fare da sfondo.
Se state osservando il mare, volgete lo sguardo a sinistra e troverete un altro punto di riferimento del paese: Il castello Doria che domina, con la sua forma irregolare, la baia dal promontorio. Subito sottostante il Castello, da non perdere c’è anche il Belforte, definito da tutti come “bastione quadrangolare”. Non possiamo con certezza dire se fosse rettangolare, romboidale o quadrangolare…sappiamo solo che si tratta di una fortificazione imponente che si inserisce in un quadro di perfetta sintonia con il già citato Castello.
Il paese è attraversato dal torrente Vernazzola.
Corniglia
L’impatto con Corniglia non è stato affatto semplice. Per raggiungere il paese infatti è necessario percorrere 367 scalini in salita dalla stazione. Sapete quanti sono 367 scalini in salita sotto un acquazzone degno della tempesta perfetta e raffiche di vento gelido?! Noi si..purtroppo!
Lasciando da parte le disavventure climatiche, che per forza di cose non ci hanno fatto approfondire la conoscenza con la cittadina nella maniera che avrebbe meritato. Abbiamo visto il belvedere di Santa Maria, finalmente un affaccio per godere del panorama degno di questo nome: la vista è incantevole, sembra per un momento di essere in Scozia tra le scogliere e l’immensa distesa d’acqua.
La Chiesa di San Pietro dovrebbe essere l’attrattiva della città, anche se a dire la verità non abbiamo potuto visitarla a causa della troppa pioggia.
Manarola
Se si chiede ad un ligure che conosce le cinque terre un’opinione su Manarola avrete come risposta due sole parole: mare e amore.
Quando visiterete questa cittadina capirete esattamente il perché. Oltre ai bellissimi scorci della costa, camminando per le vie del paese, anche queste in salita, si sentirà continuamente e ovunque un forte rumore di scrosci d’acqua che sembrano attraversare in maniera sottostante il suolo.. non bisogna allarmarsi: non si tratta di un tubo rotto in qualche cantina ma del torrente Groppo che gorgoglia lungo tutto il paese.
Per chi avesse pensato che il termine “amore” fosse stato pronunciato da uno dei pochi romantici superstiti si sbaglia. La via dell’amore è una strada pedonale, a nostro parere definibile “sentiero”, che collega Manarola a Riomaggiore.
Sarebbe stato bello poterla percorrere interamente ma purtroppo a causa del maltempo alcuni tratti, praticamente tutti, erano stati chiusi.
Riomaggiore
Ecco un altro paese arroccato su un promontorio, le case sono le stesse che si trovano su per giù in ognuna delle cittadine delle Cinque terre e non troppo distanti da quelle che si possono vedere a Porto venere o in qualche foto di Portofino con la differenza che qui gli agglomerati sono tutti verticali ovvero si sviluppano seguendo l’anatomia della roccia che si affaccia a picco sull’acqua piuttosto che seguire la dinamica orizzontale dei porti appena citati.
Vi diranno che a Riomaggiore dovrete vedere il “Castellazzo di Cerricò” ma per i nostri gusti è bypassabile. C è piaciuto invece il Santuario della Madonna del Montenero, fa parte della via dei santuari, ma da qui si gode una vista sulle Cinque Terre quasi completa.
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