Una giornata al lago potrebbe essere noiosa per alcuni ma come nostra abitudine: non riusciamo a visitare una meta singolarmente pungolati dal pensiero che… “lì vicino c’è anche questo.. perchè non ci passiamo?!”.
Animati, quindi, dallo spirito “quelli con la valigia” abbiamo cercato di rendere meno standard un sabato d’ottobre, coniugando i paesaggi tranquilli del lago di vico, con la visita ad un paesino grazioso e la tipica sagra della castagna.
Sulle sponde del Lago di vico
Diretti a San Martino al Cimino non potevamo perdere l’occasione di una passeggiata sulle sponde di questo lago di origine vulcanica. Siamo partiti di mattina presto da Roma per goderci alcune ore, le più assolate, in questa riserva naturale.
Per chi non lo conoscesse è uno specchio d’acqua veramente grande. Il paesaggio, in cui predomina un senso di serenità, che ti fa sentire bene soprattutto se abituati al clima caotico delle grandi città.
Dalla strada si può raggiungere la riva attraverso i diversi accessi degli agriturismi presenti dove però non è obbligatorio consumare.
Interessante, soprattutto in occasione delle belle giornate invernali riscaldate dal sole o quelle primaverili, stendersi con un telo sulla costa e godere della visuale e della pace tipica di questo luogo. Ogni spazio in cui sostare è attrezzato con mini chioschi e punti ristoro.
San martino al Cimino e sagra della Castagna
Dopo essersi rimessi in pace con il mondo nella tranquillità, che i cittadini incalliti etichetterebbero come “eccessiva”, abbiamo ripreso l’auto e in mezzora circa siamo arrivati in questo piccolo piccolo paesino, frazione di Viterbo.
A pranzo e a cena è d’obbligo fermarsi a mangiare in piazza Duomo “Da Saverio”.
Ovviamente in occasione della Sagra, 18-19 e 25-26 ottobre, abbiamo trovato quest’antico centro medioevale completamente assorbito dall’evento.
Ci sono due piazze principali e in entrambe si e svolta parte della manifestazione a cui partecipavano le quattro contrade della cittadina: “Borgovalle”, “Borgonovo”, “Borgovecchio” e “Fuori dal luogo”.
Nella piazza superiore, oltre alle bancarelle dove era possibile acquistare cartocci di castagne, vin brulé e altri generi gastronomici locali come miele e lumache, era stato allestito un piccolo palco dove poter assistere a varie esibizioni di danza, arti interpretative, concerti e abilità cinofile.
L’altra piazza invece, ospitava stand di giochi e gonfiabili per bambini.
Folkloristica è stata la parata con sfilata di vestiti d’epoca per interpretare le varie figure tipiche della storia del paese, come ad esempio il ciambellano e la dama. A seguire queste due figure retoriche principali, una schiera di bambini vestiti in tema medioevale con un mano cuscinetti di velluto scuro a rappresentare i doni della città.
La sfilata è iniziata a ritmo di musica, con suonatori di tamburi che modulavano le percussioni a seconda delle diverse strade e piazze del paese e dando il passo alla parata.
Cosa c’è di buono per pranzo? Scopri dove leccarti le dita a San martino al Cimino