Fra scogliere, vento dell’Oceano sulla pelle, borghi pittoreschi, e cittadini con impressioni di storia il racconto di Elisa, detta Elma, amica della nostra pagina Facebook e attenta osservatrice dei piccoli dettagli, ci offre la sua esperienza vissuta in un particolare viaggio On the Road del Portogallo, Paese molto conosciuto eppure sempre da scoprire.
Dopo averci raccontato i suoi giorni a Lisbona, o meglio Lisboa, siamo pronti per partire con lei facendo un “salto” nel suo tour e a conoscere il suo punto di vista sui dintorni della città. Pronti??
Come continua questo viaggio, anzi come continua dopo la tappa di Lisbona? E soprattutto, essendo un on the road, come avete organizzato il percorso?
Abbiamo ceduto ancora al fascino di Lisbona per un altro po’: come non ammirare, seduti, al tramonto, il Tago e l’Oceano Atlantico che illuminano di magia questa meravigliosa costa?! Come non fermarsi a mangiare i Pasteis de nata, cestini cotti al forno ripieni di crema cotta al forno?! Come non provare molte altre prelibatezze come per esempio, il Bacalhau à Brás, o il Bacalhau Dorado e gli mille altri piatti… Per non parlare dei vini e liquori…?!
Da Lisbona è iniziato un viaggio sensoriale, fatto di panorami osservati da Cabo da Roca, da vedere avvolti dal silenzio con il vento, pungente ma gentile che fischia sulle orecchie lasciando un piacevolissimo sapore di libertà infinito, di bagni nell’oceano gelato a Praia da Caparica con un freddo penetrante che ci ha però lasciato un’emozione incredibile.
Questo posto ci fu indicato da un uomo molto molto gentile e ci disse essere un luogo poco frequentato dal turismo straniero ma amato dai portoghesi. Questo ci incuriosì ancora di più e decidemmo di non perderlo. Dopo un po’ di km… la meraviglia del posto fu decisamente appagante!
Un Portogallo poco turistico il tuo. Fuori Lisbona?
Una cittadina meravigliosa: Elvas.
È un piccolo e caldo paesino fortificato a difesa del confine con la Spagna che si trova a soli pochi km di distanza sulla strada che da Lisbona porta alla capitale della Spagna, Madrid, nella regione dell’Alto Alentejo. Il centro storico è chiuso da una serie di fortificazioni che testimoniano il ruolo strategico militare avuto nel passato. Non ne sappiamo il motivo, forse le casette tutte bianche, forse il caldo, ma ci fece respirare anche un po’ di Grecia.
Anche qui incontrammo persone magnifiche che ci spiegarono la storia e le tradizioni di questo paese! gruppettini di anziani si prodigarono e spiegarci le loro credenze, le loro usanze.
Un piccolo supermercatino aprì, solo per noi, per darci la possibilità di comprare dell’acqua fresca.
Le strade in questa città sono strettissime. Non hanno un uso dei sensi unici come in Italia e con la nostra automobile, più volte, ci trovammo bloccati, un centimetro tra gli specchietti laterali e le pareti delle case. Passammo a filo mille e mille volte.
Qui sostammo alcuni giorni per poi passare ad Evora, altra bellissima città.
Evora, mai stati lì, perché non ce la fai conoscere?
La più grande della regione dell’Alentejo. Questa città è racchiusa da una cinta muraria, opere risalenti a epoche diverse, le ultime del XVII secolo, e dominata da una cattedrale medioevale, la mia passione, che torreggia sul labirinto di stradine del centro storico, per la quale ho anche sfidato la mia paura per l’altezza e, salendo sul tetto della Chiesa, sono riuscita a fotografare dall’alto un manto di colori bianco e ocra: vista dall’alto della città.
Tremendamente incuriosita da delle voci su una chiesa “di Ossa”, cercammo e cercammo … fino a trovarla. La Capela dos Ossos (Cappella delle Ossa) è una piccola cappella interna, con un’entrata collocata di fianco alla Chiesa di San Francesco. L’atmosfera è molto particolare e la luce è davvero poca. La luce entra da tre piccole finestrelle sul lato sinistro. I muri perimetrali e le colonne che sostengono il soffitto sono decorate con ossa e teschi umani cementati. L’aria che si respirò, fu tranquilla anche se il messaggio che ci lasciano queste ossa non mi lasciò indifferente: “nos ossos que aqui estamos pelos vossos esperamos” – “noi ossa che qui stiamo, le vostre aspettiamo”.
Inquietudine? Scaramanzia? ☺ Sicuramente forti emozioni nel vedere tutte quelle ossa umane, di defunti di tutte le età.
Hai costeggiato per un paio di volte il confine, neanche una visitina in Spagna?
Più di una “visitina”, siamo arrivati a Badajoz e la bellissima e ricchissima di storia, Merida.
Merida, un’altra città medioevale, nonostante sia stata costruita su rovine Romane..
Città incantevole, ricca di chiese, musei, archeologia e storia tanto da essere chiamata la Roma Spagnola. Incredibile. Affascinante. Stancante.
Avevamo a disposizione solamente un giorno e ne meritava almeno tre. Ci siamo impegnati per non tralasciare nulla con visite intensissime e senza perdere un solo minuto.
Per descriverla: è un comune spagnolo di capoluogo dell’Estremadura. È posta sulla riva destra della Guadiana, che più volte incontrammo ed attraversammo, nel nostro tragitto.
Nella strada di rientro verso Lisbona una nuova tappa rapì i nostri occhi ed i nostri cuori. Direttamente dal Neolitico, Il dolmen.
Attirata dal Dolmen, hai fatto uno strappo alla passione per il Medioevo quindi..valeva la pena?
Da sempre sono affascinata da queste strutture, un tipo di tomba megalitica preistorica che insieme ai cromlech (come Stonehenge in Gran Bretagna) e i Menhir, costituisce il più noto tra i monumenti megalitici. La realizzazione dei dolmen viene collocata nell’arco di tempo che va dalla fine del V millennio a.C. alla fine del III millennio a.C. La costruzione era in origine ricoperta, protetta e sostenuta da un tumulo. Io ed il mio compagno, soli in questo parco. Grande, assolato e silenzioso. Magia e mistero ci pervasero.
Ma giusto il tempo di qualche foto e di qualche riflessione e una scuola, piccola e isolata rapì tutta la mia attenzione e mi emozionò moltissimo. Una piccolissima scuola ma che trasmetteva una grande forza, una sensazione di purezza, di semplicità, di genuinità.
Un piccolo cavallo brucava dell’erba bruciata, nel cortile. Poche, piccole e lontane case creavano un piccolissimo borgo attorno a questa scuola.
Cosa hai portato in Italia dal tuo viaggio in Portogallo?
Siamo tornati arricchiti di tante nozioni nuove, di tanta storia e di tante emozioni, serenità, gioia, semplicità e un gran buon mangiare 😉
Come sempre, siamo tornati alla vita di tutti i giorni con i mille ricordi nel cuore e un maggiore amore per i viaggi e la passione di imparare cose nuove.
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